Ciao Daniel, piacere di conoscerti, come sei arrivato a dedicarti alla fotografia paesaggistica? Qual è stato il tuo percorso di formazione?
Ho iniziato come guida di Montagna e arrampicate nel club montano della mia università. Abbiamo fatto molte escursioni e viaggiato molto, ammirando molte albe sopra le nuvole. E’ difficile non iniziare a condividere la bellezza con gli altri in una situazione del genere, non lo è? Non ho mai pensato che la fotografia potesse essere il mio lavoro o professione. Ho apprezzato il mio lavoro scientifico, e la fotografia è sempre stata una passione. Ancora non considero i miei workshops come un lavoro. E’ una parte essenziale della mia vita.
Al momento sono un fotografo paesaggistico a tempo pieno e ambasciatore della Nikon, della Gitzo e della Skylum. E’ stato difficile scegliere tra la scienza e la fotografia, ma la decisione è stata presa e dubito che ritornerei alla scienza.
Ho progetti lunghi e duraturi, come la spedizione in barca “Due poli” da San Pietroburgo all’Antartide attraverso le isole Svalbard e la Groenlandia in aggiunta ad una settimana di workshops.
Ci sono alcuni fotografi che ti ispirano?
I pittori classici, soprattutto gli impressionisti mi ispirano più di tutti. Il cinema classico.
Ho molti amici in giro per il mondo e la maggior parte di loro sono dei viaggiatori. Alcune volte le nostre strade si incrociano e ci incontriamo. Il viaggio e l’energia delle altre persone sono ciò che mi ispira di più. Per nominarne alcune: Iurie Belegurschi, Max Rive, Michael Shainblum, Albert Dros, Bruno Pisani, Rymond Hoffman, Marco Grassi e molti altri.
Solitamente la gente nei miei gruppi di workshops fotografici ha il suo personale punto di vista, anche riguardo ai luoghi che conosco bene. E’ abbastanza piacevole.
Puoi dirci qual è lo scatto che ti rappresenta di più ed il motivo?
Ho molte foto con delle belle storie alle spalle. Sono piuttosto sicuro che una bella foto dovrebbe sempre avere una bella storia! Ma non ho uno scatto che amerei davvero, inoltre credo che la maggior parte di esse sono molto lontane dalla perfezione e che necessitano di miglioramento. Ma ho molti luoghi preferiti.
I miei preferiti in assoluto sono le isole Lofoten, la Patagonia, la Toscana, la Kamchatka e la Groenlandia. Ritorno in quei posti ogni anno, guidando workshops fotografici. La Toscana è il mio rifugio, il mio spazio di riposo. I tours sono, solitamente, molto tranquilli, comportano molte chiacchierate con i miei gruppi, cibo fantastico e passeggiate rilassanti con le macchine fotografiche sopra colline ondeggianti e veli di nebbia. Camminiamo in piccoli villaggi con amichevoli italiani, assaggiando un Brunello incredibile nella nostra Villa Gaia, il rifugio degli artisti. Passo ogni inverno nelle isole Lofoten, cercando l’Aurora Boreale, esercitandomi con la fotografia del paesaggio marino. E’ un po’ più duro rispetto alla Toscana e combattiamo con il clima, alcune volte restando in piedi di fronte al mare ad aspettare l’onda che si infrange sui bellissimi scogli.
La Patagonia è il mio luogo perfetto per fare escursioni, inquadrare la bellissima Montagna ed i picchi dentellati dal fogliame autunnale. La Kamchatka e la Groenlandia sono luoghi scarsamente esplorati. Sento come se stessi aprendo un nuovo spazio e nuove locations al mondo della fotografia.
Dei i vari luoghi nel mondo che hai visitato, dove hai il ricordo più intenso?
L’Antartide. Ci sono stato due volte e a gennaio ci ritornerò con il mio gruppo. E’ il mondo della natura incontaminata, selvaggia e della bellezza pura scolpita nel ghiaccio.
Hai ancora la stessa passione che avevi agli inizi?
E’ difficile scegliere tra la scienza e la fotografia, ma la decisione è stata presa e dubito che ritornerei alla scienza. Non è una questione decisa in pochi giorni. Per anni ho cercato di fare ciò che amo di più nella vita: Viaggiare e Fotografare. E lentamente, giorno per giorno, dopo 15 anni la fotografia ha iniziato a ripagarmi. Non riesco ancora a chiamarlo lavoro, è il mio hobby la mia passione.
Il nostro pianeta ci è stato dato per essere esplorato. Non siamo qui per produrre soldi per soldi, ma siamo qui per sentire, ascoltare ed esplorare il nostro bellissimo mondo. Quando vedo i primi raggi di sole, i colori bellissimi del cielo, mi ispirano ad andare avanti. Queste sono le piccole cose che mi guidano: tramonti ed albe, passeggiate in montagna, il suono della cascata ed il canto degli uccelli negli alberi. Mi sento bene ed in armonia con la natura. E ancora più felice quando sono in grado di condividere la bellezza del nostro Pianeta con gli altri ed ispirarli a viaggiare e a sentire la stessa cosa.
Cosa ti ha fatto decidere di trasformare la passione in un lavoro a tempo pieno?
La fotografia mi porta in giro per il mondo. Apre nuovi orizzonti, mi aiuta a trovare nuovi fantastici amici in tutto il mondo. Viaggiare, cercare ed esplorare sono una motivazione. Non ci sono spazi bianchi lasciati sulle mappe, ma ci sono molti spazi bianchi lasciati per la fotografia. Mi piace questa sensazione di esploratore, quando mi avvicino alle coste lontane delle Svaldard o della Groenlandia o al nostro yacht o ai picchi innevati delle montagne Tien-Shan. Oltre all’esplorare, sei anche un osservatore nella fotografia paesaggistica. Ciò significa che tu hai sempre molto tempo per il paesaggio, e fare si che attraversi la tua anima e si fonda con te. Non mi piace correre, al contrario medito e assorbo il paesaggio.
Non mi sono dedicato unicamente alla fotografia paesaggistica. Sono stato un un capo direttore nella nostra rivista stampata “Continent expedition” che abbiamo dovuto chiudere. Era davvero difficile mantenere una rivista stampata mentre tutti quanti andavano nei social networks e le nostre vendite cadevano significativamente. Abbiamo scritto articoli su persone e viaggi sfidando il National Geographic. Quando fui a corto di fondi per i miei viaggi, feci tutti i tipi di fotografia possibile: matrimonio, ritratto, spettacolo. E’ difficile rifiutare questo tipo di fotografia. Il risultato è a breve termine: tu fotografi- vieni pagato- tutti sono felici. Non è la stessa cosa nei paesaggi.
Quando ho iniziato a guidare i tour fotografici 8 anni fa, era soltanto un esperimento per me, ma alla fine mi ha portato al mio attuale lavoro a tempo pieno. I primi gruppi sono stati difficili da prendere, ma ora molte persone viaggiano con me anche dopo aver fatto piu’ viaggi insieme.
Il lavoro sul portfolio paesaggistico ha richiesto anni ed anni, non puoi arrivare rapidamente all’occhio degli spettatori. Agli inizi era difficile lavorare, non avevo alcun feedback. Non ci sono compagnie o persone per cui tu puoi lavorare in questo campo. Lavori da solo, per te stesso e sei come un lupo solitario che passeggia tra le montagne. Per essere preciso, solo per formare le mie capacità ed il mio portfolio mi sono serviti intorno ai 7-8 anni di carriera. Solo dopo 7 anni ha iniziato a funzionare per me con licenze, richieste di stampa e molti clienti che ritornavano ai miei tours.
Se tu potessi dare un consiglio ad un giovane ragazzo che entra nel mondo della fotografia paesaggistica, cosa gli diresti?
Lavora molto con il primo piano. Alcune volte “i tesori” si posano sotto i tuoi piedi: un frammento di ghiaccio o una bellissima trama di neve, una texture di sabbia. Usa il primo piano per portare l’osservatore nella foto. La scelta di un giusto primo piano potrebbe creare una foto completamente differente anche in luoghi molto conosciuti. Bilanciare il primo piano con il centro e lo sfondo. Se scegli un primo piano troppo pesante, non percepirai l’altitudine delle montagne distanti e la maggior parte della tua composizione non sarà leggibile/espressiva.
Usa tecniche complesse per le tue foto di qualita’. Potresti usare la tecnica del focus stacking, e rendere tutti i dettagli della tua composizione estremamente limpidi. Il focus stacking e la panoramica verticale ti permetteranno di usare fiori/motivi di ghiaccio come primo piano. Il grandangolo (14 mm su un full frame) è molto utile, ti permette di realizzare meno scatti per il tuo stack. La breve distanza iperfocale ti permette di stare molto vicino al soggetto in primo piano.
Il tuo viaggio non è solo una gita verso un luogo; trasformalo come un grande e duraturo progetto con obiettivi ed idee. L’obiettivo potrebbe essere un album, un progetto ecologico, o un esposizione. Tu potresti lavorare in qualsiasi posto particolare per un lungo periodo, ritornando anche in diverse stagioni in piu’ anni e molto presto sarai riconoscibile per fotografi e le persone del posto.
Pubblica il più possibile. Scrivi interviste; pubblica nei social media e in blog popolari, in siti di fotografia. Attraverso le pubblicazioni tu sarai esposto e avrai feedback. Richieste e critiche dai colleghi fotografi. Al giorno d’oggi è quasi impossibile ottenere critiche costruttive, quindi è essenziale trovare la persona che ti prenderà a calci se rimani bloccato.
Esplora nuovi posti. Il mondo dei fotografi è saturo di copie degli stessi luoghi. Ma ci sono ancora molti posti da esplorare nel mondo. Molti di loro richiedono una rigida pianificazione e vere e dure spedizioni, come i miei viaggi in Groenlandia. Molte località i Russia sono difficili da raggiungere, ma potresti ottenere del materiale unico in questi luoghi..
Quale’ il tuo rapporto con il nostro paese, ti piace l’Italia?
Amo l’Italia: le persone, il patrimonio culturale, i paesaggi ed il cibo. Solitamente trascorro l’autunno e la primavera nella villa dei nostri amici con la mia famiglia.
Lavori spesso da solo o in un team?
Sono un partner della http://iceland-photo-tours.com/ sto lavorando insieme a Iurie Belegurschi
Progetti per il futuro?
Ho ancora tanti posti da visitare e scoprire, quindi sono molto concentrato sulle mie imminenti avventure, organizzo e guardo con eccitazione il mappamondo con i miei “spazi bianchi”. Io pianifico l’esplorazione di molti posti nascosti sullo yacht, è un modo sostenibile di viaggiare e ci si adatta molto. Esplorerò di più il mio paese natale, la Russia, e cercherò di connettere l’oriente al moderno occidente, esplorare anche l’Asia.
© Domande e intervista a cura di Maurizio Pignotti – Wildphototours